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L’iter parlamentare della Manovra finanziaria 2025 si annuncia arduo e complesso. Da una parte, le opposizioni potranno presentare emendamenti per richiedere modifiche sostanziali al disegno della Legge di Bilancio, ma la premier Meloni e il ministro Giorgetti hanno già fatto sapere che dovranno essere a costo zero oppure volti a tagliare costi attualmente in vigore, allo scopo di difendere il limite dei 30 miliardi di euro.
Dall’altra, la maggioranza deve salvaguardare le misure approvare in Consiglio dei Ministri, al netto di pochissime modifiche, al fine di mantenere gli equilibri interni, visto che alcuni partiti vorrebbero cambiare qualche aspetto del disegno della Legge di Bilancio.
Insomma, da qui al 31 dicembre 2024, ultima data per l’approvazione definitiva del disegno di legge, il percorso parlamentare sarà lungo, burrascoso e pieno di scossoni. E ciò potrebbe determinare qualche cambiamento rispetto a ciò che inizialmente il Consiglio dei Ministri aveva preventivato.
Manovra 2025: cosa potrebbe cambiare la maggioranza
Un argomento al centro del dibattito politico è il concordato preventivo, cioè la misura che dovrebbe permettere ai lavoratori con Partita Iva di aderire alla sanatoria, che cancella i controlli fiscali per un certo periodo di tempo in cambio di un versamento forfettario, come scrive SKYTG24.
Grazie a questi soldi, Forza Italia vorrebbe tagliare le imposte a lavoratori e anziani del ceto medio, mentre la Lega vorrebbe aumentarci la soglia della flat tax al 15% (da 85 a 100mila euro) per i lavoratori autonomi.
Un altro aspetto che la maggioranza dovrà discutere internamente è l’aumento delle tasse sui bitcoin: ora la percentuale è al 26%, ma si dovrebbe passare al 42%. Tuttavia la Lega vorrebbe ammorbidire questa tassazione. Secondo quanto rivela Adnkronos, è il deputato leghista Giulio Centemero a voler presentare un emendamento in materia. Infine, come riporta quifinanza.it, Forza Italia desidera tornare prepotentemente sulla questione dell’aumento delle pensioni minime.
Manovra 2025: gli emendamenti dell’opposizione
Rispetto allo scorso anno, lo scontro con le opposizioni sulla Manovra 2025 dovrebbe essere più morbido. Se la scorsa Legge di Bilancio è stata caratterizzata dalla politica “zero emendamenti“, che aveva fatto infuriare i partiti di opposizione, stavolta la maggioranza ha scelto una linea più soft, ma resta comunque il limite dei 30 miliardi di euro.
In base a quanto scrive Adnkronos, Partito Democratico e Movimento 5 Stelle vorrebbero contestare lo stanziamento al Fondo Sanitario nazionale, che con l’approvazione della Legge di Bilancio vedrebbe il proprio valore incrementato di 3 miliardi di euro: secondo Gaeta.it, le opposizioni vorrebbero un’analisi dettagliata su come verranno stanziati i fondi.
Poi il Partito Democratico vorrebbe intervenire anche sul congedo parentale esteso di un mese all’80% dell’indennità, mentre il Movimento 5 Stelle punta a dare battaglio sul sostegno al reddito e sui bonus edilizi. Infine da settimane si parla di una tassa “di scopo” sulle sigarette (5 euro in più per un pacchetto), proposta dall’Associazione italiana oncologia medica e sposata dalla vicepresidente del Senato Domenica Castellone (Movimento 5 Stelle), che potrebbe portare 13 miliardi di euro nelle casse dello Stato.
Leggi anche: Manovra 2025 e stipendi: cosa cambia con cuneo fiscale, tasse e IRPEF
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