Effettua una nuova ricerca
More results...
Nel 2006, a bordo di quella monoposto, Schumi vinse 5 Gran Premi e poi lasciò la Casa di Maranello, tornando in seguito nel mondo dei motori con la Mercedes. La stima economica fatta per l’ennesimo, prezioso cimelio guidato dal campione del mondo di Formula 1 è altissima.
Quindici milioni di dollari, circa 14 milioni in euro. È la cifra da capogiro che il 14 novembre prossimo chi vorrà, potrà dovrà sborsare all’asta di Sotheby’s per acquistare la Ferrari 248 F1: quella con il telaio numero 254, l’ultima guidata da Michael Schumacher nel 2006 prima di dire addio alla Casa di Maranello e poi tornare in seguito nel mondo dei motori con la Mercedes.
La storia della Ferrari 248 F1 nella stagione 2006
A bordo della monoposto il pilota tedesco vinse in quella stagione cinque Gran Premi (Imola, Nürburgring, Indianapolis, Magny-Cours e Hockenheim), conquistò tre pole position (superando all’epoca anche il record detenuto da Ayrton Senna), ottenne tre secondi posti e piazzò quattro giri veloci. Fu come il canto del cigno prima di mettere la parola fine su un capitolo esaltante della propria carriera e per il Cavallino.
La Ferrari 248 F1 non venne subito parcheggiata dopo la fine dell’era Schumi: girò in eventi promozionali anche dopo il 2006 (a Istanbul e a Shanghai); nel 2007 Kimi Raikkonen, alla sua prima stagione a Maranello, la sfruttò per effettuare quattro giorni di test a Vallelunga. In quello stesso anno venne acquistata dall’attuale proprietario.
La stima elevata fatta per l’ultima vettura condotta dal tedesco
La stima economica fatta per l’ennesimo, prezioso cimelio pilotato dal campione del mondo di Formula 1 è altissima. Se l’asticella arriverà fino alla somma prevista, quel particolare prototipo di vettura diverrebbe uno dei più pagati nella storia dei motori. “Le auto di Formula Uno – si legge nella pagina dedicata all’evento da Sotheby’s (qui il link) – rappresentano il picco dell’ingegneria automobilistica e dell’abilità di progettazione, e la Ferrari è stata spesso al vertice di questo picco, in modo più evidente dal 1997 al 2006, quando la combinazione di Maranello e Schumacher ha portato a un dominio assoluto e assoluto”.
Le monoposto guidate da Schumi vendute nel corso degli anni
Non è la prima volta che un bolide condotto da Schumi è finito all’incanto: è successo nel 2023 con la F2000 (telaio 198), la Ferrari con la quale Schumacher strappò quel titolo iridato che a Maranello mancava dal 1979 e arrivò dopo un duello esaltante contro Hakkinen a Suzuka; nel 2022 con la F2003-GA (speciale anche per le iniziali dell’Avvocato, Gianni Agnelli) che venne battuta all’asta per l’importo di 14 milioni e 873 mila dollari (circa 14 milioni e rotti in euro): nel 2017, invece, il gioco al rialzo fu meno intenso e per aggiudicarsi la F2001 “bastarono” solo 7.5 milioni di dollari (poco meno di 7 milioni in euro).
Quali sono le macchine vendute all’asta a un costo altissimo
Secondo alcune stime, il record appartiene a due bolidi guidati da una leggenda dell’automobilismo quale Juan Manuel Fangio. Si tratta della Mercedes W196 R condotta dal pilota nel 1953 (venduta per 22.7 milioni di dollari) e della Ferrari 290MM del 1956 (pagata 28 milioni di dollari da un facoltoso collezionista).
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link
***** l'articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link
Informativa sui diritti di autore
Questa è una parte dell’articolo originale
Vuoi approfondire l’argomento, criticarlo, discutere
come previsto dalla legge sul diritto d’autore art. 70
Sei l’autore dell’articolo e vuoi richiedere la rimozione?
Per richiedere la rimozione dell’articolo clicca qui
La legge sul diritto d’autore art. 70 consente l’utilizzazione libera del materiale laddove ricorrano determinate condizioni: “Il riassunto, la citazione (source link) o la riproduzione di brani o di parti di opera e la loro comunicazione al pubblico sono liberi se effettuati per uso di critica o di discussione, nei limiti giustificati da tali fini e purché non costituiscano concorrenza all’utilizzazione economica dell’opera; se effettuati a fini di insegnamento o di ricerca scientifica l’utilizzo deve inoltre avvenire per finalità illustrative e per fini non commerciali